IL GATTO ADOTTATO E IL CANE GELOSO
Un
giorno, un gatto fu adottato da una famiglia che aveva già un cane. Egli veniva coccolato dalla mattina alla sera senza lasciare spazio al
povero cane, divenuto geloso perché
non lo consideravano. Una mattina il cane si ribellò e disse al
gatto:<<La vuoi finire di farti coccolare e di essere sempre al centro
dell’attenzione ?!>> ,<<Non lo faccio apposta!>>il gatto
rispose: <<Quando eri piccolo, non venivi coccolato?>>. Il cane controbatté arrabbiato:
<<Però io non prendevo il posto di qualcun altro>>. La vicenda finì
con l’arrivo dei padroni che, come se non bastasse, presero il gatto e lo coccolarono. Il bambino più piccolo si
accorse che avevano lasciato il cane in disparte, allora andò da lui e lo riempì
di attenzioni, mentre spiegava ai genitori che non dovevano trascurarlo. Così
il gatto fu molto felice di non essere infastidito dal cane, che da quel
momento venne nuovamente considerato e coccolato a dovere.
Non sempre i grandi si accorgono di quello che fanno invece i più
piccoli grazie alla loro sensibilità si accorgono di quello che accade intorno
a loro.
L’ASINO E IL CONIGLIO
Un
giorno, nel deserto, un asinello stava cercando qualcosa da mangiare. A furia
di camminare non vide niente e s’intristì.
Goffo per mancanza di cibo, stava per calpestare un piccolo coniglietto uguale al colore della sabbia che gli urlò -ATTENTO! Mi stavi per schiacciare-. L’asinello gli rispose – Scusa, ho tanta fame e non guardo mai dove vado.- Il coniglio, anche lui affamato, stava cercando qualcosa con cui riempirsi la pancia.
I due iniziarono una lunga camminata e, a un certo punto, trovarono di che rifocillarsi: succosi datteri ornavano i rami di una grossa palma. Erano così affamati che in un attimo li avrebbero divorati, ma dovevano raggiungerli e l’asino era già scoraggiato. Il coniglietto lo guardò con aria sicura e decisa e in un attimo salì sul tronco, fece cadere a terra i frutti e i due si saziarono in men che non si dica.
Goffo per mancanza di cibo, stava per calpestare un piccolo coniglietto uguale al colore della sabbia che gli urlò -ATTENTO! Mi stavi per schiacciare-. L’asinello gli rispose – Scusa, ho tanta fame e non guardo mai dove vado.- Il coniglio, anche lui affamato, stava cercando qualcosa con cui riempirsi la pancia.
I due iniziarono una lunga camminata e, a un certo punto, trovarono di che rifocillarsi: succosi datteri ornavano i rami di una grossa palma. Erano così affamati che in un attimo li avrebbero divorati, ma dovevano raggiungerli e l’asino era già scoraggiato. Il coniglietto lo guardò con aria sicura e decisa e in un attimo salì sul tronco, fece cadere a terra i frutti e i due si saziarono in men che non si dica.
È così
che si conclude la nostra favola la cui morale è l’unione fa la forza.
VERONICA ROTA e ALICE MOSCA
Gugly e Chak!
C ‘era una volta un topo che,
nella sua casetta, si godeva un bel pezzetto di formaggio. L’ animaletto non
aveva amici e stava sempre solo.
Un giorno decise di uscire all’aria aperta e incontrò un gatto. Quando lo vide ebbe molta paura, ma gli andò comunque incontro perché pensava che finalmente avrebbe trovato un nuovo amico.
Il topo arrivato davanti a lui gli disse: “Ciao, sono Glugly, vorrei essere tuo amico !”. E il gatto rispose : “Ciao, io sono Chak, mi fa piacere che tu me lo abbia chiesto perché non ho amici !”
E il topo con un tono felice : “Quindi… posso esserlo?”
“Certo che sì !” rispose il gatto .
Il giorno dopo, Chak si stava divertendo, ma a un certo punto il suo gomitolo rotolò in un buco molto piccolo dove il gatto non poteva andare, così disperato andò a cercare il topo e quando lo trovò gli chiese: “Potresti prendere il gomitolo che è caduto in un buco, in cambio di una ricompensa?”
“Va bene, però la ricompensa non la voglio, perché per me l’importante è essere tuo amico!” disse il topo.
Così Gugly andò nel buco e recuperò il gomitolo.
Successivamente si aiutarono a vicenda e non si separarono mai.
Un giorno decise di uscire all’aria aperta e incontrò un gatto. Quando lo vide ebbe molta paura, ma gli andò comunque incontro perché pensava che finalmente avrebbe trovato un nuovo amico.
Il topo arrivato davanti a lui gli disse: “Ciao, sono Glugly, vorrei essere tuo amico !”. E il gatto rispose : “Ciao, io sono Chak, mi fa piacere che tu me lo abbia chiesto perché non ho amici !”
E il topo con un tono felice : “Quindi… posso esserlo?”
“Certo che sì !” rispose il gatto .
Il giorno dopo, Chak si stava divertendo, ma a un certo punto il suo gomitolo rotolò in un buco molto piccolo dove il gatto non poteva andare, così disperato andò a cercare il topo e quando lo trovò gli chiese: “Potresti prendere il gomitolo che è caduto in un buco, in cambio di una ricompensa?”
“Va bene, però la ricompensa non la voglio, perché per me l’importante è essere tuo amico!” disse il topo.
Così Gugly andò nel buco e recuperò il gomitolo.
Successivamente si aiutarono a vicenda e non si separarono mai.
La
storia spiega che chi trova un amico, trova un tesoro.
Camilla Ciccolini e Carola Malaguti
IL POLPO CHE VOLEVA FARE LA RUOTA
Nell’ oceano viveva un polpo
grande e grosso. Un giorno vide dei cavallucci marini che facevano delle ruote
e, desideroso di imitarli ci provò, ma cadde. In seguito ci riprovò tante altre volte ma in nessun caso ci
riuscì. I cavallucci marini, vedendolo provare e riprovare, senza risultato gli
si avvicinarono e gli dissero : - Vuoi un aiuto ?- Egli rispose: -Ve ne sarei
grato!- Allora i cavallucci marini
gli presero i tentacoli e iniziarono a farlo girare. Il polipo si divertì un
mondo e ringraziò di cuore i nuovi amici. Dopo un po’ di giorni imparò a girare da solo.
QUESTO INSEGNA CHE TRA PERSONE BISOGNA AIUTARSI ANCHE SE SI È DIVERSI.
CLELIA GARIANO & GINEVRA PICCARDO
LA VOLPE E IL PULCINO
Un
giorno, in un pollaio, si schiusero le uova di molte galline. Per tenere a bada
la fame di una volpe si decise che ogni gallina che aveva più di quattro
pulcini, ne doveva sacrificare almeno uno. Così furono dati in pasto alla volpe
quattro pulcini. Il giorno seguente essa arrivò e, vedendo i piccoli così
indifesi e impauriti, provò pena nei loro confronti. Così si avvicinò e, invece
di mangiarli, li fece salire sulla sua schiena e li portò a casa sua. Da quel
giorno la volpe decise di non mangiare più neanche un pulcino e allevò con
amore i tre piccoli che da lui dovevano essere mangiati.
Carlotta e Maria Giulia
L’ AQUILA E L’ UCCELLINO
C’ era una volta un’aquila che ogni giorno prendeva in giro un uccellino perché era piccolo e indifeso: “Sei così piccolo rispetto a me che ti potrei mangiare in un boccone!”. Così l’ uccellino ribattè : “Ah sì?? Io sono molto più veloce di te proprio perché sono piccolo e scaltro e riuscirei a passare tra le rocce”. E l’ aquila disse : “ Va bene, scommettiamo che io riesco a raggiungere la cima della montagna prima di te, se vinci ti lascerò in pace per sempre, ma se vinco io te ne andrai dalla montagna”.
Nel pomeriggio così i due volatili si incontrarono a fondovalle e la gara cominciò: l’ uccellino partì con grande velocità, ma l’ aquila con un battito d’ ali lo sorpassò e disse: “ Vedi che sono più veloce io! Pappamolle!!” Il piccolo uccellino però era molto più furbo dell’ aquila e volò nel bosco, tra i rami e gli alberi riuscì a superare l’aquila e ad arrivare al traguardo prima di lui .
Questa favola e’ per le persone che si credono a torto superiori.
Chiara e Martina
LA FAVOLA DELLA NUVOLA E DEL GABBIANO
Un bel giorno un gabbiano decise di volare fino alle nuvole.
Ad un certo punto vide un suo amico precipitare , ma una nuvola gli bloccò la strada dicendogli :”Ricorda quel giorno in cui lui non ti ha salvato…”. Il gabbiano ribatté:” Ma io gli voglio salvare la vita , togliti ! “ la nuvola rispose:” Ti sei perso in chiacchiere, il tuo amico si è già schiantato “.Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.
Giada e Martina
IL CANE E IL GATTO
In una giornata d’estate un cane
randagio, che girava per la città in cerca di cibo, vide un gatto e, seguendo
l’istinto, subito lo rincorse.
Il gatto, impaurito, si arrampicò
sull’albero più vicino.
’’Perché mi rincorri?” disse il
gatto: ’”Cosa ti ho fatto” aggiunse, il cane rispose: “Perché è il mio istinto
che me lo comanda.”
“Allora non seguirlo” e il cane
, ripensandoci disse al gatto “Hai ragione!”
Da quel giorno il cane e il
gatto diventarono molto amici.
Matteo Mattia
IL TORO E LA ZANZARA
C’era
una volta una zanzara che si era posata sul corno di un toro che riposava.Il
toro, svegliato dal ronzio insopportabile del piccolo animaletto, andò su tutte
le furie e sbraitò :<Come mai mi disturbi, ignobile insetto?!>La zanzara,
mortificata, rispose :< Oh, mi dispiace, non volevo disturbarti! Volevo solo
riposarmi all’ombra del tuo fresco corno.>Mentre la zanzara si giustificava
il toro si innervosiva sempre di più, così urlò :<Io sono più forte di te!
Non puoi permetterti! VATTENE SUBITO O FARAI UNA BRUTTA FINE!>La zanzara
rimase lì, pietrificata dalla paura e il toro la mangiò. Alcune sue amiche
zanzare assisterono alla scena raccapricciante e decisero di vendicare la loro
compagna. Allora organizzarono un’impresa per la salvaguardia degli insetti.
Radunarono api, tafani, vespe e calabroni e fecero un piano per attaccare il
toro che aveva mangiato la zanzara.La strategia di attacco consisteva nel
sorprendere l’animale mentre brucava tranquillamente: le api, nascoste in mezzo
ai fiori, gli sarebbero entrate nel naso e lo avrebbero ferito da dentro. Però
per fare questo serviva un po’ di confusione generale, così i calabroni e le
vespe iniziarono a punzecchiare gli altri tori che pascolavano nei dintorni.
Nel frattempo i tafani attaccarono le zampe del toro facendolo cadere, e una
volta a terra fu invaso e punzecchiato dalle zanzare.
Il
toro morì.
Il
toro facendo il gradasso ha pagato con la sua stessa vita.
Emma e Silvia
IL LUPO SEVERO E GLI
ANIMALI DEL BOSCO
C’ era una volta un lupo schivo
e molto severo che spesso sgridava
gli animali del bosco che intimoriti cominciarono ad evitarlo. Il Lupo si
accorse di essere sempre più solo e così si mise a piangere andando a cercare
gli altri animali, ma ovviamente non trovò nessuno. Gli animali si
erano trasferiti in un boschetto lì vicino. Un giorno il Lupo cercando disperatamente,
per la seconda volta, trovò dietro a dei rovi i suoi amici e chiese loro piangendo :-Perché vi
siete nascosti da me?!-. Gli animali risposero:-Perché sei troppo severo e
cattivo!- disse il lupo
:-Scusatemi, dal giorno che la mia famiglia è stata rapita, il mio cuore si è
pietrificato...-Improvvisamente qualcuno disse con voce familiare :-Non c’ è
bisogno di rattristarsi per così poco!- e di colpo sbucò una lupa con dei
piccoli lupacchiotti…Era la famiglia del lupo. Da quel giorno il Lupo visse
felice con la sua famiglia e gli altri animali del bosco.
CAN CHE ABBAIA NON MORDE.
Claudio
Scacchetti & Federico Canepa
La pecora e l’ape
C’era una volta una pecora che brucava l’erba di un prato fiorito . Poco più in là, appoggiata su un fiore, c’era un’ ape . La pecora quando ebbe finito di mangiare in quel punto del prato , si avvicinò verso le zone dov’era l’ape e proprio quando stava per mangiare il fiore dove era appoggiata , l’ insetto si posò sul suo muso e infuriata le disse: “How , ma cosa fai ? non vorrai mica mangiare il mio fiore !!” e la pecora rispose: “E perché non dovrei , tanto tu non mi puoi far niente ! Sono molto più grande , più forte e ovviamente più intelligente!!”. Così l’ape offesa, decise di preparare un bel piano di vendetta . Con un pezzo di corteccia si affilò il pungiglione, era pronta ad attaccare la pecora !!!!!! Così il giorno dopo , mentre la pecora stava brucando l’erba nel suo solito punto del prato , l’ape l’attaccò, le fece una grossa puntura l’ape e le disse: “ Mi avevi sottovalutata e adesso ti meriti la tua punizione!!”
Questo per far capire che non
bisogna mai sottovalutare nessuno , che sia grande e forte o che sia piccolo e
apparentemente debole .
Isabel Rubartelli &
Maddalena Filetti
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