I racconti fantasy

Lena e la sconfitta degli astomi
In un'epoca molto lontana, nell'angolo più remoto della terra viveva Lena, una ragazza alta e slanciata. Aveva lunghi capelli biondi e ondulati con qualche ricciolo ribelle, proprio come lei.
Era la figlia del Mago della Luce, col quale abitava nella foresta Senzanomesenzaguai. Pur essendo figlia di un mago, aveva accesso a una sola pozione che la rimpiccioliva. Uno dei suoi passatempi preferiti era cavalcare scoiattoli.
Ogni giorno si ritrovava nella foresta con i suoi amici Diana e Momò: erano gemelli, ma totalmente diversi. Essendo elfi presentavano una statura alta e buffe orecchie a punta. Diana aveva i capelli verdi, rossi e arancioni, gli occhi anch'essi verdi e vivaci; era simpatica, coraggiosa, ma testarda. Momò era timido ma suscitava simpatia ; aveva i capelli biondi e gli occhi verdi come quelli di sua sorella.
Nella foresta si viveva serenamente perchè, come diceva il nome, non esistevano guai  e tutti erano felici.
Purtroppo un giorno questa armonia si spezzò: la foresta fu attaccata dal popolo degli Astomi i quali, non sopportando tanta felicità, volevano radere al suolo la foresta e sterminare i suoi  abitanti.
In una notte senza luna gli Astomi riuscirono a penetrare la barriera protettiva della foresta e iniziarono l'opera di distruzione.
Lena fu svegliata dalle urla di terrore degli abitanti e, piena di paura, corse dal padre.
"Avevo previsto questo attacco", disse l'uomo "infatti lavoro a un piano per salvarci ormai da molto tempo, ma questa volta sono costretto a chiederti un grosso favore... Dovrai recarti ai margini della foresta e contrastare gli Astomi con il Sacro Scettro di Alabastro,  che è in grado di sprigionare un'aura magica indistruttibile che proteggerà la foresta; tuttavia per attivarlo avrai bisogno dei poteri magici di due elfi".
"Diana e Momò!" esclamò Lena.
"Perfetto!" rispose il padre "Ma ricorda che se non riuscirete ad attivare lo scettro entro l'alba, tutto sarà perduto".
Lena uscì di corsa dall'abitazione e si imbattè in Momò e Diana, impauriti e ancora mezzi addormentati. Spiegò loro la situazione e, anche se un po' titubanti, i due accettarono di andare in missione.
Lena fece bere loro la pozione di rimpicciolimento per muoversi sugli scoiattoli e quindi più velocemente.
Cavalcando i teneri animaletti arrivarono al limitare della foresta in pochi minuti.
Davanti a loro un esercito di Astomi orrendi e agguerriti, comandati dal Grande Drago Oscuro, si stava facendo strada attraverso la folta boscaglia.
In quel momento Lena scorse una falena notturna ed ebbe un lampo di genio: salì sul dorso del piccolo insetto e, giunta all'altezza della bocca spalancata del drago, fece cadere una goccia della pozione di rimpicciolimento.
Pochi secondi e... PUFF! Il drago diventò della grandezza di una lumaca. Lena lo chiuse nella sua tasca e corse da Momò e Diana. Insieme, dopo aver ripreso le sembianze naturali, afferrarono lo Scettro Sacro di Alabastro che, con una forza indescrivibile, sprigionò un raggio verde tutt'intorno alla foresta. Per un istante ogni cosa divenne verde smeraldo e, subito dopo, l'energia sprigionata spazzò via gli Astomi come granelli di sabbia.
I tre ragazzi tornarono dal Mago della Luce che mise il drago in una gabbia. "Sarà utile per accendere il camino nelle fredde sere di inverno!" disse il Mago con un sorriso.
Da allora in poi la foresta tornò a essere "Senzanomesenzaguai".
Mirisola Emma 

Matran e gli enigmi
In un piccolo paese di campagna abitava Matran, un ragazzo bruno,  muscoloso ed altissimo per la sua età. Matran conosceva molta gente, ma i suoi migliori amici erano: Troll e Sibilla, due gemelli molto diversi tra loro.
Un brutto anzi bruttissimo giorno, la strega Enigmella, che viveva nel castello Indovinello, non riuscì a completare la settimana enigmistica e si arrabbiò con tutte le persone che vivevano vicino a lei, tra cui Matran e la sua gente. In preda alla furia più cieca la strega li minacciò che se, entro il tramonto del giorno seguente, nessuno fosse venuto a mostrargli la soluzione, li avrebbe fatti addormentare tutti per sempre.

Matran insieme ai due gemelli decise di incamminarsi verso il castello per salvare tutti gli abitanti. Per raggiungerlo bisognava attraversare un bosco molto fitto, dove viveva uno stregone chiamato Enigmicus che permettava il passaggio solo a coloro che sapevano risolvere i suoi difficili indovinelli. Matran, Troll e Sibilla erano quasi arrivati alla fine del bosco, quando comparve dal nulla Enigmicus che pose loro il complicato enigma. Senza che nessuno se lo aspettasse Sibilla rispose esattamente così poterono proseguire. Arrivati alle porte del castello, uno gnomo Enigmino gli aprì la porta così poterono entrare. Prima di arrivare dalla strega i tre amici dovettero superare diverse prove in poco tempo.

Infine si trovarono faccia a faccia con la strega Enigmella che gli pose il quesito tanto atteso; i gemelli ci pensarono a lungo, ma non trovarono la risposta. Matran improvvisamente si ricordò che la domanda si riferiva ad una storia che suo nonno gli aveva raccontato da piccolo. Trovando la risposta corretta la strega si calmò e i tre tornarono a casa, accolti da un gran banchetto per festeggiare con gioia tutti insieme.

Claudio Scacchetti

Il lupo sacro
C'era una volta una ragazza di nome Lena, era molto alta e veloce nella corsa, aveva un solo difetto era davvero maldestra. Lena aveva una lunga chioma bionda che spesso raccoglieva in una treccia, come consigliato da Mark, il suo migliore amico, che pur non avendo le ali poteva volare. Mark era un bel ragazzo con i capelli rosso fuoco e spesso indossava una tunica blu.
Un giorno gli orchi rapirono il sacro lupo che procurava da mangiare al villaggio e i due ragazzi vennero incaricati di liberarlo e scacciare gli orchi dalla foresta dei SenzanomeSenzaguai.
Appena giunti ai margini della foresta Mark si alzò in volo per mostrare a Lena la strada.
Dopo un'ora di cammino la ragazza venne circondata dagli orchi ma, grazie alla sua velocità, riuscì a scappare tra le loro gambe. Siccome era maldestra però inciampò su un sasso. Per catturarla gli orchi, che non si erano accorti della presenza di Mark, avevano lasciato il lupo solo soletto in una gabbia poco distante. Mark volò a liberare l'animale e gli spiegò la situazione. A quel punto il lupo pronunciò una formula magica:
"ALBERO SENZA NOME TRASFERISCI A LENA LA TUA GRANDE FORZA" e di colpo Lena divenne fortissima e prese un orco e lo lanciò in aria di colpo. Gli altri le si scagliarono contro, ma lei velocissima e fortissima li spinse uno contro l'altro. Gli orchi, spaventati da tanta furia se la diedero a gambe levate.
I ragazzi avevano compiuto la missione e la foresta ritornò il luogo incantato che era sempre stato. Appena arrivati al villaggio i ragazzi vennero acclamati eroi e ricompensati con uno scrigno di monete d'oro.
 Chiara Urbano

Michal e Johnny, eroi dell' anno
Michal è un ragazzo di tredici anni molto basso e magro, ha gli occhi azzurri, i capelli biondi, labbra rosso fuoco ed è molto coraggioso e determinato. Il suo migliore amico si chiama Johnny, è un ragazzo particolare che non ha ali ma sa volare oltre le nuvole.
E' molto snodato e sa sfuggire al male con le sue spettacolari acrobazie. Nella loro città, chiamata Glinfuld, incombe una maledizione: ogni primogenito maschio,viene trasformato in un pollo e poi mangiato. Artefice di questo piano malvagio è la strega Simblatic, che è stata cacciata dalla città a causa della sua cattiveria. Michal e Johnny decidono di sconfiggere la strega e partono per un lungo viaggio. Il freddo è pungente e le alte montagne sono coperte di neve. Visto che Johnny sa volare prende sulle spalle Michal e lo porta aldilà delle cime. Dopo poco i due si ritrovano davanti ad una casa diroccata, entrano e trovano per terra un indovinello con su scritto:
Se quella porta aprire vorrai 
l' indovinello risolvere dovrai: 
Quale acqua non è nei fiumi,  nei laghi, nei mari
 non è pioggia da cui ti ripari
 ma esprime sentimenti profondi 
attento, altrimenti ti confondi.
 Subito Michal e Johnny non sanno rispondere all'indovinello,ma dopo un po' a Johnny scopre la soluzione: sono le lacrime! Così urla la risposta e di colpo si apre la porta. I due ragazzi vedono la strega che sta fabbricando la pozione per trasformare i primogeniti in polli e le gridano:" Fermati subito e annulla la maledizione!". La strega risponde che non si fermerà mai e prendendo una spada  inizia ad avvicinarsi ai due amici. Michal impugna una spada con cui ferisce la strega ormai incosciente. Johnny ruba l' antidoto e, appena rientrati in città, i due danno la pozione ai polli che si ritrasformano in bambini. I due amici vengono festeggiati e nominati eroi dell' anno.
Maddalena Filetti e Camilla Ciccolini 



Jack contro la strega di Magilandia
Jack era un bambino di sei anni, coraggioso e amante delle sfide. Sua mamma era molto premurosa verso di lui,ma anche ansiosa e Jack non sapeva perché. Un giorno il bimbo chiese alla madre: "Mamma, perché mi tratti così ? Appena faccio qualcosa ti preoccupi e mi dici di stare attento. La madre rispose: "Tesoro, mi comporto così perché quando sei nato vivevamo ancora a Magilandia e la strega che governava aveva deciso che tutti i primogeniti sarebbero dovuti essere uccisi. Allora io e tuo padre fuggimmo e venimmo a vivere qui." Jack interruppe la madre e disse:" Ma mamma, io non ho mai visto mio papà!" La madre allora continuò: "Infatti tuo padre è stato rapito dalla strega quando è andato a prendere i doni lasciati nella vecchia casa! Dopo un po' di giorni dalla sua scomparsa mi è arrivata una lettera che diceva:
"Carissima signora Wong, tuo marito è qui con me, se entro il tramonto di domani non mi porterai tuo figlio, me lo verrò a prendere da sola, in più ucciderò tuo marito e con il ciondolo magico di Jack farò sparire ogni simbolo di bontà dalla faccia della terra".

Per questo sono così premurosa con te, non voglio che la strega ti rapisca!" Jack un po' confuso disse: "Io non ho nessun ciondolo e non l'ho mai avuto !" " Perché la strega l'ha rubato, ma non l'ha ancora utilizzato perché si può usare solo se si trova al tuo collo !" Jack disse :" Ma  è  una cosa terribile !" La madre controbatté :" Sì lo è, ma si può risolvere : se riusciamo a prendere il ciondolo e buttarlo nella valle dei rovi, nessuno lo potrà più utilizzare !". Così, la madre preparò due grandi borse dove mise dentro corde, panini ed una borraccia .
I due partirono e dopo giorni e notti di cammino arrivarono davanti alla reggia di Magilandia dove decisero di entrare sotto copertura. Jack si travestì da schiavo e la madre, da inserviente. Rimasti soli si addentrarono nel castello e arrivarono alla stanza dove era nascosto il ciondolo. Entrarono dentro, la madre di Jack prese l'oggetto ma si trasformò in una statua. Il bambino si girò e vide che dentro la stanza c'era una grande donna con dei lunghi serpenti al posto dei capelli . La signora disse: "Volevi rubarmi il ciondolo!" Jack non rispose perché pensò che se aveva in mano il ciondolo, avrebbe potuto usarlo. Così trasformò la strega in una formica e con il piede la schiacciò. Dopo aver riportato  la madre umana, i due s'incamminarono verso la valle dei rovi, arrivati lì, con un lancio molto potente, buttarono il ciondolo. Giunti di nuovo davanti al castello di Magilandia,  alcuni paesani iniziarono a gridare :" Ecco i nostri salvatori !Ecco le persone che ci hanno salvato dalla regina cattiva !" Tutti si complimentarono con Jack e sua madre . Dopo entrarono nella reggia e alcune grida: "Aiuto ! Tiratemi fuori!". Seguendo il rumore delle grida, arrivarono dalle cantine dove dietro un magazzino trovarono una cella minuscola dove un uomo barbuto piangeva disperato. Anche  la signora Wong iniziò a piangere  e Jack le chiese "Mamma perché sei triste?". La donna quasi senza respiro rispose :"Padre, è  tuo padre !! " L'uomo riconobbe la moglie e il figlio e tutti si commossero. Jack alla fine disse :"Mamma abbiamo salvato Magilandia e in più la famiglia Wong si è ritrovata tutta insieme!".  
Isabel  Rubartelli       

Matran & Cole al vostro servizio
Matran era un ragazzo alto e muscoloso, aveva la pelle chiara, i capelli biondi color del grano e gli occhi di un azzurro intenso. Spesso quando lo incontravi era in compagnia di Cole, un giovane e creativo avventuriero munito di tutto che sapeva fare salti altissimi, aveva i capelli nocciola come gli occhi e una gamba di ferro, mozzatagli da un drago. I due amici erano cacciatori di Megere, creature con serpenti al posto dei capelli.
Un giorno i due notarono un gran movimento nella foresta Senzanomeneguai  e si rivolsero a Spaccateschi, padre di Cole e re di Ered. L'uomo iniziò a riflettere, si diede una bussatina sul casco vichingo e di colpo si ricordò di un'antica profezia delle Megere  che condannava il suo popolo alla distruzione completa.  
 Matran e Cole partirono in missione per cercare di fermare i terribili mostri.  Il freddo era pungente e i monti erano ricoperti di neve. Il venerdì era il giorno più temuto: perché le Megere    impazzendo dal dolore causato dalla muta dei serpenti che avevano in testa, le rendeva diaboliche.
Dopo aver viaggiato a lungo i due amici trovarono una porta, dietro alla quale forse c'era la risposta a tutti gli enigmi che riguardavano le Megere! Purtroppo non era così, era  il castello di Medusa, la sanguinaria regina delle Megere. Pensando che i due volessero ucciderla Medusa scatenò un attacco di megere su Ered Lo scontro fu terribile e poteva lasciare il segno. Cole era stanco di vedere amici e alleati morire, proprio come Matran, allora si fece coraggio e saltò, aggrappandosi alla schiena della regina che sentì un solletichio. Subito dopo Matran entrò nello stomaco facendosi inghiottire, e per far credere che lo aveva masticato per bene le lasciò la sua corazza  in bocca e scese lungo l'esogago.  Arrivato a destinazione, nello stomaco,  con la sua spada infuocata sferrò colpi ovunque e venne sputato da Medusa che morì tra atroci sofferenze. A quel punto tutte le meghere si sciolsero, diventando cenere  Matran aveva vinto e di colpo la foresta Senzanomeneguai diventò un prato colmo di fiori e frutti. Tutto il male del mondo era scomparso.   
Federico Canepa

Silki e il regno di Alachabar
Silki, una ragazza simpatica dai capelli blu-viola e gli occhi verdi, è una apprendista maghetta e la sua materia preferita è la magografia. Odia, invece, la magontrofia perché la sua professoressa Strongola Strighetti la punisce sempre per un nonnulla.
Ha per animaletto domestico una formica di nome Sweet. Porta una lente posta sopra la sua pettorina che può togliere in qualsiasi momento per andare a spiare qualcuno.
Ha anche una bacchetta magica e una scopa volante. Per chiamarle usa la formula "Scopetta... bacchetta... venite dalla vostra maghetta!"
Silki, furba, gli risponde: "So cosa vuoi fare! Non sono mica nata ieri, ma ben 238 anni fa! Questa foresta si chiama così perché se dici 'no' ti trascina nel terreno!" Lui ribatte "Beh, lo hai appena fatto"Un giorno mentre Silki passeggia nella foresta Senzafogliesenzano arriva Marcio Mincio e le dice: "Oggi faccio un dispetto alla Strongoli... vuoi aiutarmi?"
Silki urla appena in tempo la formula magica prima di sparire sotto al terreno.
Dopo poco si schianta su un  pavimento duro e ruvido. Velocemente, senza pensarci troppo, si nasconde dietro ad un macigno portando con se le sue amiche-aiutanti.
Quel posto è pieno di mostri, anime e fantasmi.
Silki esclama "Ma questo è il regno di Alachabar!!!".Qui vivono le creature del male. Sweet! Vieni qui e nasconditi nella mia bisaccia. Stessa cosa vale per te, bacchetta.
Io e scopetta ci travestiremo da anime di strega. Sarà una grande occasione per finire la mia cronaca."
Per loro sfortuna la magia maghica non funziona in quel regno, ma hanno un asso nella manica, possiedono la polvere del ciclope Polifemo caduta dal suo occhio quando Ulisse lo accecò. Ha poteri sorprendenti; può esaudire due desideri.
Silki chiede alla polvere di travestire lei e la sua scopa in un'anima.
La maghetta esplora tutta la grotta fino ad arrivare ad una porta altissima.
Con i suoi nuovi poteri di anima l'attraversa e scova una vecchia che parla con un fantasma. Silki pensa 'Ma quella è la professoressa Strongola.      
Martina Gonelli
2° parte
Allora tira fuori dalla sua bisaccia Sweet, la sua formichina domestica.
L'animaletto vedendo la vecchina parlare con un fantasma si impaurisce tantissimo e prova a nascondersi nuovamente cercando di tornare al riparo ma Silki la prende per la lente e la blocca.
Subito Sweet  non capisce chi la trattiene ma, per fortuna, la sua lente è magica e quindi riconosce Silki e la sua scopa trasformati in anima.
Silki le spiega che si trovavano nel regno di Alachabarn dove tutti gli abitanti sono malvagi e che ha riconosciuto la professoressa Strongola, la sua insegnante, che si era travestita da vecchina.
Sweet, che nel frattempo si era tranquillizzata, pensa di utilizzare la sua lente "magica" e, togliendola dalla sua pettorina inizia a spiare tutto quello che le sta attorno.
Spiando spiando... op là, il fantasma che parlava con la vecchina altro non era che Marcio Mincio, lo gnomo della foresta Senzafogliesenzano.
All'improvviso la vecchina viene convocata da un misterioso essere che assomigliava a un troll.
Appena arriva da lui, il troll si trasforma in un drago che le dice:
"Perchè ti sei travestita da buona vecchina?"
"Non sai che per questo comportamento potresti davvero essere tramutata in una foglia?"
"e lo sai che fine fa una foglia nella foresta senzafogliesenzano?"
La vecchina con voce tremante cerca di rispondere ma invece che le parole, dalla bocca, cominciano ad uscire centinaia di farfalle colorate.
"Quale incantesimo stai facendo vecchia megera?"
Ma non finisce la frase che le farfalle lo avvolgono in un tornado colorato che lo trasporta in una pozza d'acqua e lo trasforma in una ninfea.
La streghetta Silki con la formichina Sweet e Marcio Mincio assistono a tutta la scena e, utilizzando la scopa magica di Silki volano tutti e tre sopra la pozza d'acqua e si posano accanto alla ninfea.
Conoscendo l'arte magica del polline nifeo, tutti soffiano al centro del fiore.
La vecchina, cercando di raggiungerli, s'inciampa e cade dentro la ninfea che, avendo perso tutto il proprio polline, si trasforma in una pianta carnivora e ne fa... un solo bocconeTutto il polline comincia a volare formando un ponte magico attraverso il quale trovano la via d'uscita dalla foresta senzafogliesenzano.
Ilaria Bertolotti




Matran e l'oro rubato
Matram era un ragazzo bruno e muscoloso, a guardarlo faceva paura da quanto era grosso, ma in realtà aveva un cuore d'oro, sempre pronto ad aiutare chi ne aveva bisogno. Il  suo migliore amico era Jai un gran fifone, ma il nonno gli aveva lasciato, in eredità, un libro che aiutava a decifrare i geroglifici.


Vivevano nella Foresta Magica ed insieme erano una coppia eccezionale univano la forza e l'inteligenza e tutti conoscevano le loro imprese impossibili contro tutto ciò che c'era di Malvagio.

Anche il re e la regina di un lontano villaggio chiamato "Roccadoro" avevano sentito parlare di loro e decisero di andare a chiedere aiuto. Da secoli ormai gli orchi avevano circondato il villaggio e nessuno poteva entrare o uscire. Ormai la popolazione era affamata, assetata e tenuta prigioniera.

La guerra degli Orchi era cominciata nella notte dei tempi quando un orco terribile rubò la cima, della montagna, ricoperta d'oro della, appunto, "Roccadoro". Prima di allora il villaggio era bellissimo, gli abitanti sempre felici ed in festa. Il loro lavoro era raccogliere i sassolini d'oro che rotolavano dalla montagna e venderli ai paesi vicini. In cambio dell'oro acquistavano cibi, animali, vestiti e tutto ciò che poteva servire in un villaggio.

Il re e la regina, con l'aiuto di tutta la popolazione, riuscirono a fuggre ed a raggiungere la Foresta Magica.




Qui finalmente riuscirono ad incontrare Martam e Jai e gli raccontarono la loro storia.

I due amici non ci pensarono due volte e promisero di aiutarli. Prima di tutto dovevano scoprire dove gli orchi avevano nascosto l'oro. Si misero in viaggio e finalmente arrivaro a "Roccadoro". Iniziarono a cercare ovunque e finalmente trovarono qualcosa che sembrava molto interessante.

Quell'antichissimo arco di pietra era parzialmente ricoperto dalle liane e sembrava inutile e pericolante, ma in realtà guardandolo più da vicino Matram si accorse che vi erano sopra delle incisioni:(su carta ho messo delle incisioni).
Allora chiamò il suo amico Jai che prese il libro ed iniziò a decifrare le scritte. Ed ecco che appare la scritta "DEPOSITO ORO"!
Matram oltrepassò l'arco e sdradicó alberi e piante, sposto rocce e percorse un sentiero stretto e buio pensando di arrivare al deposito.
Invece in fondo al sentiero trovò una porta enorme. Provò ad abbatterla con tutte la sua forza, ma fu impossibile. Stanco e demoralizzato si appoggiò e si accorse che anche lì c'erano delle incisioni.
(su carta ho messo delle incisioni).
Prontamente Jai tradusse le scritte con l'aiuto del suo libro e le decifrò: " SOLO LA CORONA DEL RE".
Matram capì al volo cosa significava, ripercorse il sentiero raggiunse l'Orco guardiano e con abilità gli rubò la corona, che un tempo era stata rubata al re. Corse alla porta ed appoggiò la corona sulla maniglia. Ed ecco che si spalancò. I tanto era stato raggiunto dai reali e da Jai che erano riamasti nascosti dietro l'antico arco e tutti e quattro rimasero senza parole. Davanti a loro apparve la montagna d'oro. Matram non perse tempo, grazie alla sua forza scavò una caverna, ci trasportò l'oro e la chiuse. A quel punto dovevano trovare un modo per attirare gli orchi dentro il deposito ormai vuoto. Prese la corona del re ed andò dagli orchi e gridò: " Vi ruberò tutto l'oro!"
Tutti gli orchi si girarono e Matram iniziò a correre verso il deposito e gli orchi lo seguirono.
Arrivarono davanti all'enorme porta ci lanciò dentro la corona e tutti gli orchi si lanciarono dento a recuperarla.
Quando furono tutti dentro chiuse la porta, intrappolò gli orchi e la bloccò con dei massi enormi. Gli orchi morirono tutti di fame, di sete e si estinsero per sempre .
Matram costruì un carro gigantesco, depositò sopra l'oro e iniziò a trascinarlo verso il villaggio.
Matram, Jai e i sovrani arrivarono, al villaggio, accolti da tutto il popolo in festa.
Aiutarono Matram a portare l'oro in cima alla montagna e poi lo portarono in trionfo. Organizzarono una festa in suo onore che durò un settimana.
Finalmente il villaggio era tornato alla felicità di un tempo. 
Ginevra Piccardo


Kevin e il signore del male
Kevin era un ragazzino sportivo che aveva perso i genitori quando era ancora piccolo e che per una decina di anni aveva vissuto col nonno. Prima di morire quest' ultimo gli rivelò che non lontano dalla città in cui abitavano c'era una foresta dove il Signore del Male trasformava gli uomini che vi entravano in mostri malvagi e che l'unico modo per sconfiggerlo era liberare il Vecchio Saggio che era imprigionato in una gabbia di liane. Il nonno gli affidò una mappa e disse:" Questa indica il percorso che dovrai seguire per arrivare alla foresta. Sta a te decidere se intraprendere o no questa avventura. Secondo una profezia sei tu il prescelto. Per sconfiggere il male però, avrai bisogno dei compagni che incontrerai durante il viaggio.". Detto questo l'anziano chiuse gli occhi e si addormentò per sempre.
Kevin rimase solo nella stanza da letto a pensare, mentre lacrime cocenti gli attraversavano il viso. Strinse il pugno e pensò:" Ci sono molte persone che hanno bisogno di me. La profezia parla chiaro: devo agire subito!" Diede un'occhiata alla cartina, si alzò e uscì dall'appartamento. Secondo la mappa, Kevin doveva arrivare alla foresta passando per la Periferia, un quartiere mal frequentato. Erano più o meno le sette del mattino quando prese la bicicletta e iniziò a pedalare.
A metà mattinata, Kevin arrivò alla periferia. Il cambio di luogo era evidente: nel giro di 100 m le case erano sempre più malridotte e pasticciate, i marciapiedi sempre più disconnessi e rovinati e le persone avevano sempre meno un bell'aspetto. Kevin non era mai stato in quel posto. Iniziò a pedalare velocemente. L'espressione del suo visto era tranquilla anche se in realtà aveva molta paura. Dei ragazzi misero un tubo di ferro tra le ruote della sua bici facendolo cadere. Quando si rialzò vide i volti minacciosi dei bulletti che gli avevano fatto male. Si mise a correre e si arrampicò su una casa. Pensò che forse era più sicuro proseguire saltando di tetto in tetto.
Un po' di tempo dopo, Kevin, vide quattro ventenni che stavano per picchiare due ragazzini. Uno si dimenava e opponeva resistenza mentre l'altro tremava in silenzio. Kevin sapeva che non avrebbe potuto sconfiggere quei ragazzacci, ma decise di aiutarli comunque. 
Quindi saltò sulle spalle di uno degli aggressori e cominciò a tirargli i capelli ; allora gli altri tre cercarono di staccare Kevin della schiena del compagno. Il ragazzino più muscoloso buttò per terra uno dei tre ragazzacci e iniziò a picchiarlo, mentre un aggressore da una parte e uno da un'altra, correvano verso il ragazzino più gracile, che saltò talmente in alto da far scontrare le teste dei ragazzacci. Tutti e quattro caddero feriti.
"Grazie mille ci hai salvati! Questo quartiere è troppo pericoloso- dissero i ragazzini- siamo in debito con te. C'è qualcosa di cui hai bisogno?".- Ecco, un'antica profezia dice che io dovrò sconfiggere il male con l'aiuto di due ragazzini... vorreste partecipare a questa folle avventura?", chiese Kevin. Nathan, il ragazzino più forte esclamò:" Certamente, per riuscire nell'impresa avrai bisogno della mia forza!", e Jimmy, il ragazzino gracile disse:" Ok, accetto anch'io, avrete bisogno della mia intelligenza!"
Improvvisamente il cielo si oscurò di nuvole nere, la periferia divenne la foresta del male e i brutti ceffi che vivevano nella zona si trasformarono in mostri spaventosi. Una voce minacciosa e profonda gridò:" Sarete anche riusciti a trovare il mio nascondiglio ma non riuscirete mai a liberare il Vecchio Saggio. Ahahahahah"."Uccideremo ognuno dei tuoi mostri" esclamò Kevin. "Non serve a niente, sciocco!-ribatté il male- dovete rispondere a questo indovinello: chi la fa la vede, chi la compra non la usa, chi la usa non la vede. Cos'è?". Nathan, Kevin e Jimmy rimasero immobili a pensare finché un'orda di mostri li attaccò. Per i ragazzini non era facile combattere perché contemporaneamente dovevano pensare alla soluzione dell'indovinello. Improvvisamente Jimmy urlò" La bara, la bara è la soluzione!". La gabbia di liane si aprì e il Vecchi Saggio, dopo averli ringraziati, batté le mani: la foresta si trasformò in un prato fiorito, i mostri divennero persone normali e ogni cosa brutta diventò bella. Nathan gridò pieno di gioia:" Ecco laggiù le nostre case!" e corsero tutti assieme. In quanto al male, sparì per sempre, e vissero tutti felici e contenti.
Silvia Guenna

L'avventura di Sasquatch
Sasquatch era spesso confuso con uno Yeti perché aveva una lunga barba e i capelli bianchi .


Portava spesso una veste di pelle con un cappuccio che lo riparava dal vento costante e degli stivali molto pesanti.

Viveva in una grotta sperduta tra le montagne di un paese lontano, in compagnia di un lupo parlante di nome Zanna.

Il freddo era pungente,le alte cime coperte di neve; ma solo Sasquatch, Zanna e il loro amico Jake resistevano a questo gelo polare.

Nel paese posto a valle si era diffusa una maledizione causata dal cattivo e gigante serpente Sibis: essa colpiva i primogeniti maschi che nascendo, diventavano i suoi schiavi ipnotizzati.




Sasquatch era contrario a questa realtà e decise di intervenire svolgendo un lungo viaggio accompagnato dai suoi fedeli compagni.

Durante il cammino Jake chiese : "Quando saremo arrivati?". Zanna rispose:"In meno di un giorno ci troveremo di fronte alla porta del covo di Sibis".

Il protagonista così descrisse il piano per uccidere il malvagio animale:"Io propongo di entrare nel covo mente dorme, in questo modo potremmo coglierlo di sorpresa e colpirlo con le nostre affilate lance infuocate". "Buona idea! Seguiremo il tuo consiglio!" dissero i due.
Finalmente arrivarono a destinazione e, silenziosi, penetrarono nel nascondiglio, schierati uno accanto all' altro. I due uomini colpirono ripetutamente il nemico, mentre Zanna teneva lontani gli schiavi che stavano intervenendo co intenzioni di salvate il loro padrone.
Finalmente scomparve il male e la comunità della valle visse in pace.
Giada Costanza


Attenti alle megere!!!


In un villaggio disperso ,tanto tempo fa ,viveva una bambina di nome Lena. Era una tra le tante figlie del re del villaggio di Dermatopulus Lena aveva 11 anni e,essendo la figlia del re, studiava a casa ,quindi era molto difficile fare amicizia per lei. Fortunatamente era molto socievole ,odiava giocare e stare da sola. Era simpatica , determinata e coraggiosa, aveva un solo difetto : era ingenua.Aveva gli occhi blu mare e i capelli biondo miele.Era molto alta e sorprendentemente veloce nella corsa. Portava quasi sempre dei vestiti bianchi e delle scarpe nere e differentemente dalle sue sorelle non era molto vanitosa.I suoi migliori amici erano Troll e Sibilla , gemelli, anche se molto diversi.Avevano tutti e due i capelli tinti, moda del momento del villaggio, Troll li aveva blu , mentre Sibilla rossi e verdi.Troll era molto coraggioso e bravo nel combattimento, la sua arma preferita era l'arco. Sibilla era molto determinata e atletica, anche lei non era male nel combattimento, la sua arma era la fionda

Un giorno arrivò al castello un messaggero del re di Castalpistarmato, dicendo di scappare perché le Megere si stavano avvicinando al loro villaggio. Il messaggero aggiunse anche che il villaggio di Castalpistarmato era stato completamente raso al suolo dalle Megere. Il re di Dermatopulus non ci credette e cacció via il messaggero.Lena ,venuta a sapere della notizia,si preoccupó un po'. Si fece spiegare dall mamma che le Megere erano esseri magici con il corpo di donne, i serpenti al posto dei capelli e i denti aguzzi da lupo. Ogni essere che veniva morso diventava una Megera , c'era solo un modo per ritornare normali: la Carpantolidatame, una medicina a base di interiora di animali , molto rara. Lena decise che , facendo parte della famiglia reale,era anche una sua responsabilità difendere la patria . Avrebbe ucciso le megere , che ci fossero state o no. Lena prese  tutto il materiale che le sarebbe servito : cibo , armi , Carpantolidatame e anche un po' di coraggio. Prima di partire passo dai gemelli e disse loro :"Io parto , vado a combattere le Megere, sono passata a salutarvi , non so se vi rivedrò mai più." Sibilla allora disse:"Io parto con te !" E Troll ribatté :" Conta anche su di me !" Lena era al settimo cielo , venivano anche i suoi amici !

Dopo qualche ora di cammino nella foresta di Senzanomesenzaguai sentirono qualche rumore : erano le Megere ! Fortunatamente erano lontane. Erano in tre e stavano litigando per un pezzo di carne . Troll , spinto dall emozione ,volle provare a prendere la Megera . La freccia di Troll le si conficcó nel petto e lei si polverizzó.le altre due corsero verso Troll, ma Sibilla , con due pietre , graIe alla fionda , le colpí in una delle teste dei loro serpenti ,il loro punto piú debole .Anche loro si polverizzarono. I tre amici proseguirono il loro tragitto , durante il quale Lena prese dal suo zaino una lunga spada per difendersi. Dopo circa un' ora incontrarono un gruppo di Megere , decisero peró di seguirle e che avrebbero ammazzato il loro capo, la fonte di quella guerra. Arrivarono in una città diroccata in cima ad una collina. Lì tutte le Megere si inchinavano davanti ad una cupola. La cupola, si aprì  e spuntò un drago! Era enorme e sputava lunghe lingue di fuoco. I tre amici si nascosero dietro una colonna. Ad un certo punto, però, con molta calma replicò :"Lo so che siete lì dietro."I ragazzi si guardarono terrorizzati. Allora uscirono urlando e correndo verso di lui , ma li respinse con una alata. Lena andò a sbattere contro una colonna. Il drago si dirigeva verso la principessa, ma Sibilla per attirare la sua attenzione gli scagliò una pietra contro e si nascose dietro ad una colonna.il drago le sputò una lingua di fuoco contro,fortunatamente la colonna le fece da scudo. Troll mirò meglio che poteva con l'arco e gli scagliò una freccia nell'occhio. Si sentirono molti urli del drago sofferente. A quel punto Lena, saltando dalla cima della colonna sulla quale si era arrampicata gli tagliò un ala. Il drago, sofferente per il male, anche se non la vedeva bene provò a scagliarli addosso a Lena che era caduta a terra per il salto. Magicamente la spada si illuminò e trafisse il cuore del drago. I ragazzi si abbracciarono. Improvvisamente si polverizzarono e la polvere scomparse. I tre amici erano salvi !!!!!!!!!!!!!!!

In poco tempo i ragazzi arrivarono al villaggio." Ecco, laggiù il nostro villaggio !!"Gridarono in coro. Entrarono trionfanti mentre tutto il popolo si inchinava davanti a loro. Fu così che gli abitanti del villaggio di Dermatopulus vissero per sempre felici e contenti.




Maria Giulia Givri



Lena e le Megere
Lena, una ragazza alta e veloce nella corsa con capelli lunghi biondi che indossava un vestito bianco, lungo fino alle caviglie. Il suo unico difetto era che non  riusciva a badare a se stessa, infatti, Lorley e Jay, la proteggono.
Lorley aveva dei capelli rossi e indossava sempre un lungo vestito blu.
Il suo potere era quello di volare, anche se non aveva le ali, per trovare sempre Lena e vedere se era in pericolo.
Jay, invece, con l’aspetto un po’ da elfo, aveva una lunga cresta verde, un vestito rosso e viola e possedeva un magico libro che gli aveva affidato il nonno, che conteneva alcune pagine segrete nascoste, per fare gli incantesimi.
Un giorno videro cose volare nel cielo e scoprirono che erano le Megere: orribili persone con gli occhi infuocati di rosso, che al posto dei capelli avevano serpenti e che viaggiavano su uccelli mostruosi con le sembianze per metà aquila e per metà leone.
Sapevano quindi volare e avevano denti appuntiti e feroci.
L’obbiettivo di Lena e dei suoi amici era quello di ammazzare la regina così sarebbero scomparse tutte le regine e le montagne non sarebbero più state gelide e avvolte da un vento pungente, ma sarebbero diventate piene di prati e scaldate dal sole.
Così Lena e i suoi amici dalla cima di una montagna, dove viveva Lena, andarono nell’oscuro castello, oltrepassando il vento pungente del male.
Jay, essendo un gran fifone, aveva detto: moriremo tutti! Ma Lena lo tranquillizza, perché c’era Lorley che con un binocolo riuscì a vedere fino a molto lontano se c’erano le Megere.
Questi erano in città per spaventare la gente, così loro tre si avviarono all’interno del castello e videro
 l’arma segreta che serviva per ammazzarle: una pietra viola che con gli incantesimi di Jay avrebbero usato.
Il giorno seguente tornarono sul posto. Si trovarono davanti a una porta ed erano agitati perché, se non pronunciavano la formula abbastanza in fretta le Megere gli avrebbero attaccati.
Aprirono la porta pronunciando tutta la formula in un fiato…
E BUM! I tre amici riuscirono ad ammazzarle.
A un certo  punto però, videro all’interno della stanza un’altra porta.
 Preoccupati perché pensavano ci fossero altre Megere, la aprirono stando molto attenti ma invece videro una luce potentissima! Era una chiave ! la portarono sulla montagna e videro una polverina nera che volava: era il Male che era scomparso.
Diventarono così padroni della montagna e salvarono il mondo.
 Ginevra Nicora e Carola Malaguti

Martan e Jay
Matran era un ragazzo bruno e muscoloso. Era molto alto e assai abile nel tiro con l' arco e a cavalcare attraverso i sentieri nelle giungle.
Jay era il suo migliore amico. Jay si riteneva un gran fifone, ma suo nonno gli aveva lasciato in eredità un libro che aiutava a decifrare i geroglifici, il quale gli si rivelò molto utile.
Matran e Jay erano stati scelti dal capo tribù per sconfiggere gli Orchi ed il loro re, che altrimenti avrebbero ucciso tutta la tribù.


Partirono attraverso la foresta di Senzanomeconiguai con i loro due cavalli Crift e Tenk.

La vegetazione era molto intricata e fitta, piena di strane creature velenose, piante carnivore e un sacco di sanguisughe che li mordevano in continuazione.
Tutto ad un tratto comparve un orco con in mano una mazza dotata di punte acuminate.
I due amici scesero dal cavallo, Jay lo iniziò a distrarre con la sua spada, Matran invece lo feriva con le sue frecce.
L’orco si girò verso Matran, prese la rincorsa per ucciderlo, ma Jay lo infilzò con la sua spada. Quindi proseguirono a cavallo sino al palazzo reale.
Dovettero sconfiggere le guardie una ad una, ma nel frattempo il re si nascose in una stanza nella quale si poteva entrare solo se si risolveva un indovinello complicatissimo.
I due amici ci misero tantissimo a sconfiggere tutti gli orchi. Arrivati alla porta della stanza dove era nascosto il re, trovarono un problema di matematica scritto in geroglifici. Lo riuscirono a risolvere grazie al libro di Jay.
 Entrati nella stanza Matran sconfisse il re, che si rivelò essere una piccola chiocciola, e tornarono a casa con i loro destrieri Crift e Tenk, sani e salvi.




Sogno contro le scorpionesse

Sogno aveva 12 anni, era snella e graziosa, portava i capelli rosa e corti, così non doveva asciugarseli quando andava al lago a nuotare. Questo succedeva ogni qual volta aveva un minuto libero dal suo incarico di saccheggiatrice, perché nuotare era la sua più grande passione.
Sogno era un nome da maschio, ma i suoi genitori l'avevano chiamata così in ricordo del re del villaggio, loro caro amico, che era scomparso una notte di 12 anni prima quando tre Scorpionesse si erano impadronite del regno.
Erano queste degli esseri feroci e giganteschi, con la testa da donna e il corpo da scorpione. Con la loro coda pungevano tutti gli abitanti che non rispettavano i loro voleri, trasformandoli in statue. 


Le Scorpionesse avevano tramutato il ridente villaggio di Serenity in un posto buio, tenebroso e arido e ne avevano reso schiavi gli abitanti.

Sogno aveva 2 grandi amici: Freccia e Memory. Freccia era  magro e alto, aveva i capelli biondi e occhi chiari e vivaci. Era bravissimo a tirare con l'arco. Memory, era paffuta, aveva i capelli azzurri e gli occhi neri, era timida e riservata, amava la lettura e i libri, anche se le Scorpionesse li avevano fatti bruciare quasi tutti.
I tre amici erano nati poco dopo l'avvento delle Scorpionesse ed erano sempre vissuti come schiavi. La loro vita era triste e faticosa, insieme ad altri ragazzi avevano il compito di razziare i villaggi vicini.
Un giorno Sogno Freccia e Memory, mentre saccheggiavano una vecchia villa, trovarono un libro dove vi erano immagini del loro regno quando era ancora risplendente e pacifico. Tanta era la meraviglia che, tornati a casa, i tre chiesero agli abitanti di Serenity informazioni sul vecchio regno ma nessuno voleva parlarne per paura delle tre Scorpionesse. 


Allora una notte andarono alla fattoria ai confini del villaggio per chiedere aiuto a Bo, un Brownie che si dedicava ai lavori domestici.

I Brownie sono piccole creature con la pelle verde, vestiti di abiti stacciati marroni e con cappucci rossastri; sono amichevoli e scherzosi, ma se si arrabbiano iniziano a farti tanti dispetti.
Bo li accolse con affetto e simpatia. Dapprima non voleva aiutarli ma poi, raccontò loro che un tempo Serenity era piena di gioia e di luce e che tutti si volevano bene. Inoltre, li informò che per sconfiggere le Scorpionesse avrebbero dovuto convincere il re Scorpione della Foresta Nera a pungerle.


La notte successiva i ragazzi partirono per la Foresta. Il buio li avvolgeva e i rumori della notte li terrorizzavano, ma essi cercavano di farsi coraggio l'un con l'altro, con la speranza di una vita migliore.Al centro della Foresta trovarono una quercia antica e nodosa che era la dimora del re Scorpione, al quale chiesero aiuto. Egli li avrebbe soddisfatti se avessero superato 3 prove. La prima consisteva nel cacciare il corvo che mangiava tutti in papaveri della Foresta; ci pensò Freccia, bravissimo con l'arco che riuscì a catturare il volatile. La seconda  prova consisteva nel rispondere ad un indovinello; era il campo di Memory e la  fanciulla non ebbe esitazioni. Nel ultima prova bisognava recuperare l'anello d'oro del re Scorpione, che era caduto infondo al lago. Scorpione era sicuro che nessuno dei ragazzi sarebbe stato così coraggioso! Sogno, invece, si tuffò nell'acqua scura (sapeva stare in apnea per molto tempo) e recuperò l'anello.

 Poiché le prove erano state superate, il re Scorpione mantenne la sua promessa e il giorno successivo si diresse al villaggio e si intrufolò nel castello. Senza farsi vedere entrò nella sala del trono da una fessura nel muro e vide le Scorpionesse di cui il regno aveva paura. 
Lo Scorpione si mi mise subito all'attacco e punse le Scorpionesse che si trasformarono immediatamente in piccoli scorpioni.
In quel momento tutte le persone trasformate in statue ripresero vita, compreso il legittimo re che era stato rinchiuso in una segreta. Il regno ridiventò vivace e colorato e tutti erano felici del ritorno del re.  Nessuno sapeva chi fosse l'artefice di quella sconfitta perché i ragazzi non vollero farlo sapere a nessuno.
Le Scorpionesse non furono più viste poiché il re Scorpione le portò nella Foresta a lavorare per lui.
Veronica Rota                                                                      

La guerra contro Arastrar 
Matran era un ragazzo con i capelli castani e gli occhi azzurri era molto muscoloso e possedeva una spada lunga, lucente e maestosa con cui proteggeva il regno di suo padre che era popolato da creature magiche tipo:elfi, maghi, fate e anche, ovviamente, da umani ma pur essendo pacifici venivano attaccati dai troll delle caverne  che volevano rubare le loro enormi  ricchezze e prima che Matran e il suo amico Aaragon,  che pur non avendo le sapeva volare oltre le montagne ,  potebbero scacciarli il loro regno veniva saccheggiato.


Un giorno il cielom divento scuro e cupo come se la felicità fosse sparita e che il terrore stava dominando la roduna di fondo valle ed a cavallo di un di una enorme aquila alata arrivo un messaggero che doveva comunicare un fatto a Matran e Aaragon cioè che il consiglio contro il male, comandato da i loro genitori cioè Erastrar e Alamaron , era stato distrutto da la perfida Arastrar, un incrocio tra serpente lupo e calamaonte  perchè era paurosa come un lupo veloce e silenziosa come un serpente e si poteva mimitizzare come i calanaonti, e che loro due dovevano salvare la raduna distruggendo la perfida strega.

Matran e Aaragon presi dall'odio verso Arastrar accettarono e immediatamente partirono, Matran a  cavallo della sua aquila e Aaragon volando e quando superarono le montagne atterrarono davanti alla foresta che copriva il castello di Aarastrar dove si trovavano i tre giganti a proteggere l' entrata del castello.

Quando entrarono nella foresta un gigante che aveva udito un rumore passo vicino a loro per controllare e  subito Aaragon fermò Matrar e si nascose quando il più scemo dei giganti chiamò gli altri perchè avrva visto uno scogliattolo passare di lì. Allora Matrar e Aaragon corsero verso la porta la aprirono ed entrarono quando chiusero la porta l'enorme tonfo sveglio l'altretanto enorme drago che avevano a fianco che vedendoli incominciò a rincorerli sputando fuoco dalla sua gigantesca bocca dopo un po' Matrar e Aaragon arrivarono a un vicolo ceco che li fermo e proprio quando le loro speranze erano finite la spada di Matrar vibro e tirandola fuori si creò una barriera magica che li salvò

dalle fiamme del drago che stupito si fermo ed a quel punto Matrar e Aaragon lo attacarono e lo uccisero.




trovarono una porta dorata che aprirono e trovarono Arastrar che lanciava incantesimi a una  sfera magica a quel punto Matrar e Aaragon la attaccarono ma lei con la punta del orecchio li sentì e si mimitizzò e schivo tutti gli attacchi alla ceca dei due ragazzi e proprio quando li stava per attaccare la

spada di Matran lampeggiò rilasciando un enorme baiore che rese Arastrar di nuovo visibile e quindi Aaragon e Matrar attaccarono la strega che in qualche colpo morì in un enorme sibilio facendo tornare il cielo azzurro e facendo tornare a casa i due ragazzi.

Matteo Robbiano

La pietra magica
Lena era una ragazza alta, bionda, veloce nella corsa, dotata di una grandissima curiosità e intelligenza. Viveva in un villaggio situato nella Foresta di Croven. I suoi amici erano Troll e Sibilla, due gemelli, ma molto diversi fra loro. Il padre di Lena, morendo le aveva lasciato una pietra magica, raccomandandole di costudirla bene perché in mani malvagie poteva essere causa di grandi sciagure. Un giorno, mentre stava giocando con i suoi amici, la pietra fu rubata dalle Megere, esseri malvagi che avevano serpenti al posto dei capelli e seminavano il terrore nella valle. Le Megere vivevano in una torre al centro della foresta di "Senzanomesenzaguai". 
Lena con l'aiuto dei suoi amici partì per recuperare la pietra.La foresta di Senzanomesenzaguai era un posto molto pericoloso e molto difficile da attraversare. Lena con grande coraggio guidò i suoi amici attraverso numerose insidie e pericoli, fino ad arrivare ad un antichissimo arco di pietra che scavalcava un burrone assai profondo, oltre il quale c'era la torre delle Megere. Per fare uscire le Megere dalla torre, Lena ebbe un' idea : con l'aiuto dei suoi amici ammassò un mucchio di rami secchi e verdi, sul retro della torre, ai quali diede fuoco. Subito si levò un gran fumo che invase la torre e costrinse le Megere per spegnere il fuoco. Approfittando di questo, Lena riuscì ad entrare dalla porta principale e subito trovò la pietra. Usando la pietra come le aveva insegnato il padre, Lena trasformò le Megere in pietre e sciolse gli incantesimi che gravavano sulla foresta Senzanomesenzaguai che tornò ad essere un bosco bello e fiorito. 


Clelia Gariano 


Il viaggio salvato


Alta e veloce nella corsa, Lena aveva un solo difetto: non aveva una buona memoria, più volte le dicevi le cose da ricordare e lei, più le dimenticava.

Oltre questo, Lena era davvero una bella ragazza: capelli biondi, colore limone scuro e occhi azzurri, come il mare, a forma di mandorla.


 Il migliore amico di Lena, era Sasquatch (Big per gli amici), era spesso confuso con uno Yeti, ma a lui non importava.

Non ascoltava mai il pensiero degli altri, faceva sempre di testa sua.

Big era un uomo alto e forzuto,quasi come un ciclope.

Era coraggioso e audace.




La guerra degli Orchi era cominciata nella notte dei tempi, quando un orco terribile era sceso giù a valle ai piedi del piccolo e accogliente villaggio.

 Gli Orchi lanciarono una maledizione che fece sparire tutta la città, con la sua gente. Solo Lena e Big erano rimasti in salvo, perchè si trovavano al di fuori del villaggio.

 Erano andati a raccogliere bacche rosse nel bosco.
 Quindi, toccava a loro due salvare il villaggio e riportare armonia tra la gente! Iniziarono a incamminarsi per trovare il nascondiglio degli Orchi.
 Lo trovarono. Quell' antichissimo arco di pietra era parzialmente ricoperto da liane e incuteva terrore.
Big con un colpo delle sue mani giganti, abbattè quell'arco di pietre e subito davanti a loro apparve una porta.
 La porta era fatta di legno...molto semplice.
 Dopo aver aperto la porta, un bagliore accecante emerse e una grossa gemma, color verde acqua apparve in mano a Big.
 La ruppe e i due amici si ritrovarono al villaggio, sdraiati sull'erba. Tutto era tornato come prima. La guerra era finita!
 Lena e Big si sentirono come se avessero vissuto un sogno...
 Alice Mosca

                                                                                                   
Matran e Jay contro le Megere
In una piccola valle in Irlanda Viveva Matran che era un ragazzo bruno e muscoloso, molto alto e con occhi grandi neri. Era molto coraggioso  e tenace, ma poco intelligente, in pratica era il contrario di suo migliore amico Jay. Lui era un gran fifone , ma il nonno gli aveva lasciato in eredità un libro che aiutava a decifrare i geroglifici e che Jay studiava ogni giorno. era un ragazzo molto intelligente e di statura media ed era mingherlino di corporatura. Aveva i capelli blu elettrico e gli occhi marroni.


la maggior parte degli abitanti della valle erano contadini che venivano disturbati dalle Megere . Le Megere erano mostri che avevano i serpenti al posto dei capelli e seminavano il terrore nella valle ogni secondo venerdì del mese. Questo perché quando finivano le scorte di cibo andavano alla valle e prendevano tutti i prodotti agricoli dei contadini che poi morivano di fame. Anche la famiglia di Matran veniva derubata e lui,stanco di vedere le famiglie morire  aveva deciso di fermare le Megere. Esse vivevano nella foresta di Senzanomesenzaguai che era un bosco che , dopo essere stato invaso dalle Megere , era diventato tutto triste e cupo. Così Matran e il suo amico Jay, armato del suo libro, sono partiti.la casa delle Megere si trovava in fondo alla foresta . matran e Jay sono entrati e non c ' era nessuno proprio perché era il secondo venerdì del mese e allora avrebbero potuto prendere la spada che se trafiggeva anche solo una delle Megere , tutte si sarebbero pietrificate. Così sono arrivati davanti ad un portone che, nonostante le loro spinte non si apriva .Ad un certo punto Jay aveva notato un codice in geroglifici e una volta decifrato grazie al libro di Jayentrarono e presero la spada.

Una volta tornati si vedevano ancora le Megere intente nelle loro razzie ; e quando Matran vide una Megera derubare i suoi genitori , correva come non mai per lanciare la spada che infatti aveva colpito la Megera. Ad un tratto esse cadevano a terra una dopo l' altra pietrificandosi. Da quel giorno la foresta di Senzanomesenzaguai  è divenuta verde proprio come prima.

Carlotta Malaguti e Fabio Rigano

Una missione con il leonserpe                                                       


Giuly è una ragazza alta e veloce, simpatica, astuta, curiosa ma ha un solo difetto: se perde o se non arriva prima in tutto si arrabbia con tutti persino con sua sorella che adora e ama. Giuly è bionda e le piace vestirsi molto elegante.

I suoi amici sono Swain e Mashain, due gemelli completamente diversi.

Swain è maschio, alto, biondo, strafottente, maleducato ma decisamente bello, uno schianto di ragazzo.

Sua sorella Mashain è mora con una chiazza gialla e verde nell'attaccatura dei capelli, simpatica, pensa prima agli altri e poi a lei, gentile ma un po' bruttina.




Entrambi hanno dei poteri che sono:

- la forza

- la corsa
- la scossa elettrica
- i raggi x dagli occhi .
 una volta Giuly, Swain e Mashain dovevano compiere una missione un po' difficile: catturare e portare ad un museo il Leonserpo, un animale formato dal leone, serpente e lupo.
Era difficile sconfiggerlo perchè riusciva a scappare di soppiatto, i suoi ululati e i suoi ruggiti spaventavano la gente.
Per la loro missione dovevano andare in un fiume, ora secco con un ponte antichissimo, che, se non fosse per le liane, sarebbe crollato.
Senza che i tre ragazzi se ne fossero accorti l' animale era spuntato all'improvviso e aveva preso Giuly, allora Mashain aveva usato il suo potere della forza e aveva cercato di prendere Giuly, ma con difficoltà perchè il Leonserpe era anche forte ma si riusciva ad ingannare facilmente.
In seguito Swain aveva cercato di ingannarlo con un pesce finto e farlo cadere in un burrone lì accanto. L' animale era caduto ma non era morto. Allora i tre ragazzi li avevano tirato delle pietre e, a quel punto, aveva cessato di vivere.
Finalmente Giuly, Swain e Mashain erano riusciti a sconfiggere il Leonserpo e a portarlo al museo.
Anche quella volta i tre ragazzi avevano completato la missione.

Ginevra Nicora e Carola Malguti

La battaglia dei Troll


Come tutte le estati, Alessia, una ragazza di 11 anni coraggiosa e intraprendente, trascorre una breve vacanza dalla nonna paterna, in compagnia dei suoi due migliori amici: i gemelli Davide e Ludovica.

Durante un noioso pomeriggio i tre amici decidono di andare in soffitta a curiosare tra le cianfrusaglie della nonna. Fra le vecchie immagini e giocattoli del padre, scorgono una scatola di biscotti arrugginita che attira la loro attenzione e che si affrettano ad aprire. Al suo interno vedono una chiave alla quale e' legato un foglio ingiallito con su scritta una ricetta.

Dopo varie ricerche trovano un baule in un angoletto della soffitta, nel quale inseriscono la chiave che avevano trovato. Dopo vari tentativi il baule si apre e fuoriesce... una nube verdastra e maleodorante che in un battibaleno li risucchia facendoli scivolare in un tunnel del quale non si vede la fine. I tre amici, terrorizzati, atterrano su un terreno duro e polveroso e scorsi dalla paura cercano di abituarsi al buio causato dall' intreccio delle cime degli alberi che non fanno passare la luce del sole. Alessia, Davide e Ludovica si domandano chi possa vivere lì, al buio e al freddo. Proprio in quel momento sentono alcuni schiamazzi provenire da pochi metri dopo di loro. Vedono poi dei piccoli esserini grigi dai denti aguzzi, i quali si cibano di vegetazione e sono intenti a divorare ogni foglia verde. Ai tre amici parve tutto chiaro: la foresta era ridotta in quel modo per quelle creature chiamate

troll. Pensano poi che un modo per batterli... pensano,pensano,pensano e finalmente a Ludovica viene in mente che oltre alla chiave che apre quello strano baule ,nella scatola di biscotti, c'era anche un foglio vecchie e un po strappato con su scritta una ricetta; Ludovica  si ricorda che la aveva infilata nella tasca dei Jeans , la tira fuori e guarda cosa c'è scritto:




RICETTA SCACCIATROLLMEGA:

-4 gocce di sudore umano

-2 lacrime di gioia
-1 capello biondo
-1 caccola di ragazzo
-2 gocce d' acqua
I ragazzi seguono la ricetta alla regola e, senza farsi vedere dai nemici, Alessia, la più coraggiosa, posa il pentolone al centro del loro villaggio. Quando i troll la vedono la assaggiano immediatamente, fino a finirla definitivamente. Proprio come diceva la dine della ricetta i troll si sono polverizzati uno dietro l' altro ed ad ogni mostricciattolo che spariva nasceva un nuovo cespuglio verde, cosi che la foresta riprende in suo colore iniziale(verde).
Alessia e i suoi compagni si addormetano dalla stanchezza e per magia si ritrovano nella casa della nonna sani e salvi.
Martina Antognoli


L'estinzione dei Serpen-blood
Elia era un elfo, che viveva in un castello abbandonato in mezzo ad un bosco chiamato il "Bosco dei guai ". Abitava con suo fratello Galattius, un ottimo arciere amante del combattimento. Elia era agile, coraggioso e amava avventurarsi nei luoghi più oscuri; proteggeva sempre il suo popolo che viveva nella "Valle delle cascate" , un posto meraviglioso, purtroppo sempre minacciato dai Serpen-Blood, mostri che al posto dei capelli avevano dei serpenti. Nella "Valle del caos", dove abitavano, l'acqua non era sufficiente; per questo motivo il capo dei Serpen-Blood, essendo molto vecchio era morto di sete. I Serpen-Blood volendo vendicare l' anziano capo attaccavano ogni settimana il popolo della Valle delle cascate, riuscendo a prendere l' acqua.


Nella Valle del caos era stata costruita una fortezza all' interno della quale c' era un sarcofago che conteneva un enigma: chi  fosse riuscito a risorverlo avrebbe causato la scomparsa dei Serpen-Blood.

 Un giorno Elia, insieme a suo fratello Galattius, riuscì a sconfiggere i Serpen-Blood. I due entrarono  nella fortezza che era piena di trappole e trovarono il sarcofago, anche se con molta fatica, a causa della grandezza del maniero. Dopo molti tentativi riuscirono a risolvere l'enigma, facendo così scomparire il popolo dei Serpen-Blood e gli uomini della Valle delle cascate vissero felici e contenti.

Alice Ferri e Claudio Scacchetti


                           


Nessun commento:

Posta un commento